Camera dei Deputati 14 aprile 2003

Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale. Modifiche dell'articolo 117 della Costituzione (approvato, in prima deliberazione, dal Senato n° 3461)

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, chiedo qualche minuto di attenzione all'Assemblea poiché vi sono alcuni emendamenti a mia firma tra quelli che saranno esaminati dall'Assemblea e perché annuncerò anche il voto finale che darò su questo provvedimento. Quindi, vorrei avere dalla Camera qualche minuto di attenzione per precisare la mia posizione.

Come forse i colleghi ricordano o qualche collega ricorda io non votai a favore del disegno di legge del centrosinistra di riforma del titolo V della Costituzione; precisai, in quella occasione (eravamo nel 2001, prima delle elezioni) che, a mio avviso, quella deliberazione era affrettata, non pienamente soddisfacente nei contenuti e che, soprattutto, era sbagliato

procedere ad una riforma costituzionale a maggioranza stretta negli ultimi mesi, negli ultimi giorni della legislatura perché questo avrebbe creato una serie di problemi.

Debbo dire, signor Presidente, onorevoli colleghi, che io considero migliore, dal punto di vista concettuale, l'impostazione dell'attuale maggioranza contenuta in questo disegno di legge, perché ritengo che, una volta che si entra nell'idea di attribuire alle regioni delle competenze che precedentemente erano dello Stato, sia meglio separare in modo più netto le competenze dello Stato dalle competenze delle regioni e, quindi, individuare dei campi nei quali la potestà legislativa sia delle regioni e dei campi nei quali la competenza legislativa sia dello Stato.

Naturalmente, ho alcune perplessità - e avrei potuto esporle se la maggioranza me lo avesse chiesto - sui problemi della scuola e sui problemi della polizia, dell'ordine pubblico, sul fatto che essi possano essere assegnati direttamente e semplicemente alle regioni; avrei potuto esporle - del resto si desumono dagli emendamenti che portano la mia firma - , ma, signor Presidente, onorevoli colleghi, nel momento in cui questa maggioranza ha predisposto ma non ancora presentato un disegno di legge complessivo di riforma del titolo V, io ho qualche difficoltà a dare un voto su un disegno di legge che riguarda solo tre punti dell'intera questione.

Non conosco - e mi dispiace, non facendo parte delle forze che il Presidente del Consiglio ritiene di dovere consultare - i contenuti della riforma del titolo V della Costituzione, che sarebbero stati decisi dalla maggioranza - di cui io pure faccio parte - e che il Consiglio dei ministri ha adottato. Non faccio parte del Consiglio dei ministri e non sono in grado di conoscere, dunque, qual’ è il disegno complessivo di riforma costituzionale che la nostra maggioranza ha deciso di adottare.

In queste condizioni, ed in ragione dell'importanza fondamentale che rivestono, come hanno ribadito poc'anzi l'onorevole Maccanico ed altri deputati, i problemi di riforma costituzionale, i colleghi della maggioranza non me ne vorranno se io voterò a favore delle proposte emendative presentate e se non parteciperò alla votazione finale di questo disegno di legge, ricordando che, così come noi non abbiamo votato la riforma del titolo V della Costituzione varata dal centrosinistra per il modo con cui venne approvata, adesso non potremo votare a favore del presente disegno di legge per il modo con cui esso viene condotto.

Presidente : Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Boato 1.78, Mascia 1.165, La Malfa 1.176 e Sterpa 1.116.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, ho già espresso le ragioni per le quali non posso esprimere un voto favorevole sul disegno di legge costituzionale in esame, ma, nell'ambito del seguente provvedimento, la norma relativa all'ordine pubblico, alla polizia locale, è di una tale delicatezza che sarebbe stato opportuno un chiarimento maggiore su tale materia. Oltretutto, avendo il Consiglio dei ministri riesaminato il titolo V della Costituzione, i problemi sollevati adesso dai colleghi circa il rapporto tra l'attuale testo della Costituzione e questa modifica costituzionale sono tutti rilevanti.

Credo che, in materia di ordine pubblico, il Parlamento non possa modificare la Costituzione, senza sapere con esattezza verso quale ordinamento ci si muova. Approvare un testo di legge, senza avere chiaro cosa ciò possa implicare, relativamente ai problemi che riguardano la sicurezza dello Stato e dei cittadini, è qualcosa su cui dobbiamo riflettere seriamente. È per tale motivo che esprimerò un voto favorevole su tale emendamento; ho anche presentato un emendamento abrogativo del punto in questione.

Dichiarazioni di voto finale A. C. 3461

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul complesso del provvedimento.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, il gruppo Misto-Liberal-democratici, Repubblicani, Nuovo PSI con questo mio breve intervento presenta il suo giudizio sul provvedimento ed annuncia il suo voto. Il nostro giudizio è che, in linea di principio, la scelta di separare nettamente le competenze dello Stato da quelle delle regioni sia migliorativa rispetto a quella riforma che la maggioranza di centrosinistra varò al termine della precedente legislatura e che prevedeva oltre 20 campi di legislazione nella quale lo Stato e le regioni avevano competenze concorrenti. Quella legislazione avrebbe potuto e potrebbe determinare un grande grado di conflittualità tra lo Stato e le regioni. Per questa ragione, noi conveniamo sull'impostazione dei progetti di separazione più netta dei campi che sono di responsabilità delle regioni da quelli che sono di responsabilità dello Stato.

Tuttavia, abbiamo delle perplessità nella formulazione del testo che questa sera è all'esame del Parlamento. In particolare, abbiamo perplessità sul modo nel quale viene formulata la devoluzione nel campo scolastico, nel campo sanitario e in quello della polizia locale e dell'ordine pubblico. Per questo abbiamo presentato e votato a loro favore alcuni emendamenti, nostri e di altri colleghi, che consideravamo migliorativi del testo e che la Camera non ha approvato.

Ma vi è di più, onorevoli colleghi. Il Consiglio dei ministri ha approvato venerdì scorso un disegno di legge di riforma del titolo V della Costituzione modificativa del testo che fu approvato nella precedente legislatura e, dunque, poiché la stessa materia è coperta dal disegno di legge al nostro esame e da un disegno di legge che arriverà alle Camere non appena sarà depositato dal Governo, risulta onestamente difficile approvare oggi questo testo sapendo che la materia riceverà un trattamento, si spera, organico in un altro testo. Ora il nostro gruppo non conosce il testo approvato dal Consiglio dei ministri: non lo conosce né per le vie istituzionali, non essendo stato pubblicato, né per le vie politiche consistenti nell'essere posti, attraverso e come parte della maggioranza, in condizione di conoscere ciò che il Governo avrebbe in animo di presentare. Noi non intendiamo fare né recriminazioni, né processi per questa mancanza di consultazione e di informazione. Ne prendiamo atto e ci auguriamo che il Presidente del Consiglio non sia stato del tutto informato di queste sgradevoli circostanze.

Ne prendiamo atto con serenità, ma ne traiamo la semplice conseguenza di esprimere il voto che riteniamo più opportuno riguardo al testo che oggi ci è stato sottoposto. Annuncio quindi che, allo stato degli atti, sulla base di questo testo, il nostro sarà un voto di astensione.