Intervento del sen. Del Pennino sulle dichiarazioni del Ministro Frattini Signor Presidente, colleghi Senatori, i repubblicani voteranno a favore della mozione della maggioranza, in quanto hanno apprezzato le dichiarazioni del Ministro Frattini e condividono la decisione del Governo di avviare subito un intervento umanitario a favore del popolo iracheno. Non crediamo che un tale intervento debba essere procrastinato in attesa di analoghe decisioni delle Nazioni Unite o dell'Unione Europea i cui processi decisionali, come ha rilevato il Ministro, richiedono per loro natura procedure complesse e quindi tempi necessariamente lunghi. Certo, è apprezzabile l'impegno assunto dal Governo di ricercare una soluzione complessiva che sia condivisa dall'intera Unione, ma rinviare in attesa di ciò l'intervento umanitario italiano significherebbe solo un sottrarsi alle nostre responsabilità, quelle responsabilità che altri Paesi europei stanno pure assumendo. Siamo convinti che l'intervento anglo-americano in Iraq non solo sia servito ad abbattere una tirannide sanguinaria e a creare le condizioni per un avvio verso la democrazia di quel Paese, ma sia destinato ad avere positivi riflessi per la stabilizzazione e la pacificazione dell'intera area del Medio Oriente, come dimostra anche l'intervista rilasciata domenica dal premier israeliano Sharon che ha dichiarato che la caduta del regime iracheno apre la possibilità di instaurare relazioni diverse fra Israele, gli Stati arabi e i Palestinesi, dichiarandosi disponibile a concessioni dolorose in quanto sconta di doversi separare da alcuni luoghi che sono intrecciati con la storia del popolo ebraico, e riconoscendo, infine, l'inevitabilità di uno Stato palestinese. Chi rifiuta oggi l'intervento umanitario lo può fare solo per riaffermare il giudizio di condanna dato ieri dell'intervento anglo-americano. Noi quel giudizio non demmo ieri e ancor meno lo potremmo dare oggi quando la prospettiva che si apre per il Medio Oriente è quella che ho poc'anzi delineato. Aggiungo di più. Anche se condividiamo il giudizio del senatore Andreotti secondo il quale, prima dell'insediamento di un legittimo governo provvisorio iracheno di solidarietà nazionale, sia necessaria una fase transitoria in cui la responsabilità ricada integralmente sugli anglo-americani, dobbiamo con franchezza dire che non sarebbe per noi motivo di dissenso se il Governo ritenesse in prosieguo di dover utilizzare la componente militare, oggi necessaria per la copertura del nostro contributo umanitario, anche in operazione di supporto alle truppe Alleate per stabilizzare il Paese e garantirne l'ordine. I repubblicani non possono, infatti, dimenticare che appartiene alla loro storia la decisione che il Governo Spadolini assunse, nel 1982, sia pure in una situazione profondamente diversa, di far partire per il Libano un contingente italiano, insieme a militari degli Stati Uniti e della Francia, per un'operazione di peace keeping prima ancora del mandato di organismi internazionali, quando l'assunzione di questa responsabilità non poteva essere rinviata per fermare conflitti e violenze interne. Roma, 15/04/2003 |