Nucara in Romagna: non si cresce con "l'usa e getta"

Ha avuto inizio, venerdì scorso, con una colazione di lavoro a Milano Marittima il breve tour romagnolo del Segretario nazionale del Pri. Dopo avere incontrato, in maniera del tutto informale, gli amici di Ravenna, Francesco Nucara ha sottolineato, con soddisfazione, il consolidarsi di quel clima di fiducia reciproca che, lentamente, si è realizzato in questi ultimi anni.

Naturalmente non si tratta, per molti, di fiducia politica, bensì di apprezzamenti relativi al lavoro che, in questo lungo periodo, era finalizzato a mantenere il simbolo dell'Edera nelle liste elettorali.

Insomma, il collante è proprio il Partito Repubblicano che tutti consideriamo un valore comune, forse addirittura pre-politico.

In serata, il Segretario nazionale si è recato a Cesena dove, nello splendido scenario di Martorano, ha cenato con i Repubblicani.

Festa tutta romagnola: piadine e tagliatelle, spaghetti e prosciutto accompagnati, com'è ovvio, da vini e birra a volontà.

Tutto ciò allietato –secondo la migliore tradizione della terra di Romagna- dagli immancabili balli (tango e polka) tra gli scatenati repubblicani.

Alle ventidue, messa a tacere la musica, ha avuto inizio l'incontro programmato tra Francesco Nucara ed alcuni amici repubblicani.

Sembrava dovesse trattarsi di una riunione celebrativa ed invece, inaspettatamente, si è dipanato un dibattito franco e leale animato tanto da critiche severe quanto da consistenti apprezzamenti.

Dopo l'introduzione di Mario Guidazzi, ha preso la parola il Segretario nazionale che, sulla scia di quanto già detto nel corso dell'ultimo Consiglio Nazionale, ha tracciato un quadro dell'attuale situazione politica e della collocazione del Pri in uno scenario che cambia quasi ad horas.

E' intervenuto successivamente Valbonesi che ha invitato il Pri a stringere un rapporto serio e duraturo con l'Eldr allo scopo di fornire al Partito riferimenti precisi riguardo alle famiglie politiche europee. L'amico Ferrini ha affermato, invece, che occorre creare le condizioni per il ricambio senza lasciarsi prendere dalla fretta che, solitamente cattiva consigliera, potrebbe indurre in scelte sbagliate. Africo Morellini ha sostenuto che il Pri, al di là degli schieramenti, deve saper indicare soluzioni ai problemi comuni nell'interesse del Paese: questa capacità analitica, come insegna la storia del repubblicanesimo, ha certamente ricadute positive sul Partito.

Stelio De Carolis, già parlamentare del Pri, ha polemizzato fortemente, affermando, tra l'altro, che "le visite pastorali non servono…e che il Partito esiste solo in Romagna… mentre La Voce Repubblicana si limita a riprendere le notizie dei quotidiani del giorno prima"… e così via.

Sulla stessa lunghezza d'onda si è espressa Bruna Righi, la quale ha dichiarato: "…il Partito esiste solo in Romagna, bisogna sganciarsi immediatamente dal centrodestra. A Cesenatico abbiamo registrato un grande successo perché ci siamo presentati autonomamente".

L'amico Fabbri, presidente del circolo ospitante, ha auspicato che il Pri parli con una sola voce poiché due sarebbero troppe e tre, senza dubbio, dannose. Dal canto suo, Renato Lelli ha ribadito con decisione che il Partito deve rappresentare comunque l'interesse prioritario di tutti coloro che vi aderiscono.

Ancora polemiche, dunque, sui dirigenti del Pri eletti in altro Partito.

A sorpresa, ha chiesto, a questo punto, la parola Giancarlo Camerucci. La sua è stata una difesa appassionata – quanto opportuna - del lavoro della "Voce", i cui detrattori parlano senza costrutto poiché non solo non leggono, palesemente, il nostro quotidiano ma, men che meno, ne sottoscrivono l'abbonamento. Camerucci ha, inoltre, ricordato come i dirigenti eletti in altri partiti abbiano potuto farlo in esito ad una "indicazione unanime" da parte della Direzione nazionale.

Marcello Rivizzigno ha sostenuto la correttezza della posizione politica del Pri senza risparmiare critiche decise a quanti usano le parole in luogo dei fatti.

Ultimo intervento, quello di Mario Guidazzi che, ancora una volta, ha ribadito l'interesse primario nei confronti del Pri ben oltre beghe localistiche ed interessi di parte e ha esortato tutti ad affidarsi, allorquando sono da discutere problemi politici, a sedi opportune e modalità adeguate quali, innanzitutto, il Congresso Nazionale.

Infine, a mezzanotte circa, ha concluso il Segretario, che ha così esordito nella sua breve replica: "Non sono in visita pastorale perché non sono vescovo e, soprattutto, perché non mi aspettavo di trovare pecore ed agnelli nelle sezioni repubblicane romagnole e, laddove non ci sono pecore, non è possibile che io trovi neppure quelle smarrite nel tempo. Contesto con forza l'idea che il Partito esista solo in Romagna e lo svolgimento della recente Conferenza programmatica dovrebbe indurre tutti a riflettere sul Partito. In quell'occasione i romagnoli erano veramente pochi ma al teatro Capranica c'erano mille militanti arrivati da tutta Italia. L'autonomia del Pri è importante ed essenziale: né il sottoscritto, né La Malfa, né Del Pennino si sentono parlamentari di Forza Italia ed è semplicemente ignobile continuare con questa solfa.

I romagnoli avevano l'opportunità di votare il simbolo dell'Edera al Senato. Non l'hanno fatto ma non possono accusare la Segreteria nazionale di scarso impegno. E, per quanto riguarda l'autonomia, va precisato che a Cesenatico si è trattato di una autonomia imposta e non di una scelta. Il centrosinistra non ci ha voluto come alleati. Altro che autonomia!

Bisogna stendere un velo obliante su certe situazioni.

Il ricambio lo faremo ma, come ha detto Guidazzi, l'intelligenza e la capacità non si misurano con i certificati di nascita.

Il rinnovamento lo faremo accompagnando la crescita di tanti giovani che si avvicinano al Pri. Se vogliamo stabilizzarci per il futuro è indispensabile porre fine al metodo ‘usa e getta'".