Un'intervista al segretario del Partito repubblicano Nucara/Calabria: dall'emendamento al Bollettino ufficiale fino al "decalogo" di Speranza La trasparenza di comodo del centrosinistra Intervista a Francesco Nucara pubblicata su "Calabria Ora" del 14 agosto 2006. Francesco Nucara è segretario nazionale del Partito repubblicano. In questa legislatura è parlamentare della Casa delle Libertà, in quella passata ha ricoperto l'incarico di viceministro all'Ambiente. Non gli si può certo rimproverare di aver piegato le sue convinzioni alla militanza nel centrodestra: sono ancora attuali le critiche mosse al centrodestra calabrese e da viceministro non esitò a polemizzare, anche pubblicamente, con la giunta regionale presieduta da Giuseppe Chiaravalloti. Si spese anche per mantenere Pietro Fuda in quella maggioranza e, inascoltato, fece di tutto perché fosse proprio Fuda il candidato da contrapporre ad Agazio Loiero nella corsa alla poltrona di Governatore. Ne uscì sconfitto, nonostante il pressing che esercitò direttamente su Berlusconi perché accettasse la candidatura Fuda. La storia sappiamo come è finita: per una di quelle bizzarre vicende della politica, oggi Pietro Fuda è senatore del centrosinistra ed è anche alleato di Agazio Loiero nel lancio del Partito democratico meridionale. In più il centrodestra, oltre ad averci rimesso il controllo della Regione ha perso anche l'amministrazione provinciale di Reggio Calabria, dalla quale uscì Fuda provocando elezioni anticipate ora vinte dal centrosinistra con un presidente di targa diessina: fatto senza precedenti nella storia politica calabrese. Onorevole Nucara, è triste avere ragione dopo? Non è triste ma certamente è difficile accettare queste regole nel gioco della vita politica. Il punto è che stiamo toccando il livello più basso in quanto a rispetto delle istituzioni e della politica stessa. Evidentemente sono un vecchio nostalgico delle regole non scritte ma da tutti rispettate. Regole che ponevano la politica un gradino sotto il ruolo istituzionale. Un esempio: quando Giovanni Spadolini era presidente del Consiglio io lo volevo in Calabria per un comizio elettorale. Mi rispose che non dovevo neppure ipotizzarlo perché lui era presidente di tutti gli italiani e mi spedì a parlare con Visentini che era il presidente del Pri. Ma intanto, tornando alla Calabria, oggi la cosa singolare risiede nel fatto che la più feroce accusa alla Giunta Loiero è proprio quella di continuità e contiguità con il sistema di potere messo in sella da Chiaravalloti. E' un'accusa meritata? E' una delle accuse meritate da Loiero. Verrebbe da dire che al peggio non c'è mai fine, me ne vado convincendo seguendo proprio le cose che fa Loiero. Con una aggravante, però. Chiaravalloti almeno era un neofita della politica, diciamo con una frase che piace a gente che non frequento, che "poteva non sapere". Ma Loiero no. Loiero certamente è figlio della politica, la conosce bene, la esercita in maniera totale, è un politico più che navigato che conosce uomini, cose, situazioni e tentazioni. Eppure calpesta la politica e maltratta le istituzioni. Lei contestava ieri e contesta ancora oggi agli amministratori calabresi l'incapacità di impiegare in maniera seria e produttiva le risorse finanziarie orientate verso la Calabria. C'è sempre un vizio della sinistra italiana: quello di confondere la propaganda con il ruolo istituzionale. Diceva Macaluso che un conto è vincere le elezioni, un altro è sapere governare. E' il caso classico della Calabria, leggo che Diego Tommasi parla di impegno di settecentomila euro per le coste e le spiagge calabresi. Se qualcuno gli ricordasse quanto sono lunghe le coste si accorgerebbe che è un'enfasi ridicola. Più che corretta l'analisi del generale Alfiero che parla di emergenza ambientale e su questa emergenza ci sono molte risorse dello Stato ma poche della regione. Quando finirà l'emergenza la regione dovrà camminare coi suoi piedi e non ci pare attrezzata a farlo. Le risorse finanziarie che doveva impegnare la regione non sono mai arrivate. Sarebbe il caso che l'assessore che è dello stesso partito del ministro dica ai calabresi che fine ha fatto il decreto del 5 maggio scorso firmato dal ministro Matteoli. I sindaci calabresi da Lungro a Sangineto, a Siderno, a Bianco a Bagaladi a Locri a Brancaleone a Lamezia a Portigliola, per non dire quelli del Vibonese colpiti dall'alluvione, saprebbero chi ringraziare per la mancata applicazione di quel decreto. Ci aiuti lei a capire. In quel decreto c'erano risorse finanziarie destinate ad interventi urgenti in materia di difesa del suolo con molte risorse per la Calabria. Si badi che la stragrande maggioranza dei comuni inseriti erano e sono amministrati dal centrosinistra ma quel decreto non è mai diventato operativo. Ho presentato un'interrogazione, proprio dopo l'alluvione nel Vibonese, e mi è stato risposto che i soldi del decreto sono bloccati perché il decreto non è registrato alla Corte dei Conti perché non era pronta l'istruttoria. Feci notare che si trattava solo di verificare la congruenza tra la richiesta del comune e il piano della regione per cui bastavano due settimane per chiudere qualsivoglia istruttoria. Invece i soldi non sono arrivati ed al loro posto è arrivata l'alluvione. Par di capire che lei protende per una bocciatura su tutta la linea, potrebbe sembrare quasi scontato. Spero stia scherzando. Questi fanno cose gravissime che noi non abbiamo neanche pensato di fare. Predicano in un modo e poi razzolano nel modo opposto. Parlano di democrazia e trasparenza ma sono capaci di qualsiasi aberrazione in termini di politica e trasparenza. E non faccia finta di meravigliarsi perché lei dovrebbe sapere bene cosa si nasconde dietro l'oscuramento del Burc. E tutto questo mentre il sindaco di Lamezia Terme, che vive su Marte, si inventa la crociata antimassoneria. E che c'entra la massoneria col Burc? Moltissimo. E c'entra altrettanto con la trasparenza. E' un modo di deviare il discorso sulla trasparenza. Il sindaco di Lamezia chiede ai suoi assessori se sono massoni. E perché non chiede della trasparenza nelle primarie e dell'operazione che portò Loiero a candidarsi a presidente? E perché non chiede dell'Opus Dei, che in Calabria è molto più diffusa della massoneria e ben più presente nelle istituzioni? I Ds tengano un'assemblea tipo quella delle primarie per chiarirsi il concetto, lessicale prima e politico dopo, del termine trasparenza. A me pare che con l'emendamento incriminato, che con il bilancio regionale c'entra come i cavoli a merenda, il centrosinistra abbia posto un freno alla trasparenza. Inutile tentare dotte citazioni per giustificare un danno che andrebbe perseguito non solo per il vulnus alla democrazia ed alla partecipazione, ma anche per l'immagine lesa che offre della Calabria. Dove altro è mai capitato che con un emendamento al Bilancio si oscura il bollettino ufficiale? A tutto concedere possiamo rilevare che c'è differenza tra quello che invoca Speranza e quello che vuole Bova, ma non sono dello stesso partito? Onorevole, sarà pur vero e tuttavia non sembra di cogliere una grande mobilitazione da parte delle forze di opposizione, anzi perdete pezzi per strada: Sergio Stancato ed Egidio Chiarella se ne sono andati via subito, il vostro mitico assessore alla salute Gianfranco Luzzo è già margheritaro e pare che siano in lista di trasferimento anche Sergio Abramo, che pure doveva essere l'anti - Loiero, e Pietro Aiello, altro assessore dell'era Chiaravallotti. Non pensa che proprio questo sgretolarsi dell'opposizione spinga la maggioranza ad osare colpi di mano tipo quelli sul Burc? Certo. E quale crisi maggiore può conoscere la politica e la democrazia se non il venire meno del ruolo dell'opposizione, un po' per effetto di una squallida campagna acquisti e un po' per la cattiva selezione della classe politica. Certo, quel che preoccupa è che pezzi della maggioranza criticano mentre l'opposizione si è squagliata. Ma facciamo attenzione che questo è un danno grave per la Calabria più che per il centrodestra. Quando si governa senza opposizione si arriva alle dittature. E si arriva a questi miscugli strani attraverso i quali si combinano gli interessi di Bova con quelli di Chiarella. Non voglio gioudicare nessuno ma registro che convergono su una stessa azione politica storie culturali e politiche distinte e distanti. Quale sarà mai il collante? Manca l'autocritica vera, non quella di maniera. Se ho sbagliato mi metto da parte, non faccio l'assessore con Loiero. (Intervista a cura di Paolo Pollichieni) |