Il ministro Emma Bonino alla "Voce"/Europa non significa soltanto vincoli esterni

Partire dal "Pico" per creare benessere e lavoro

Il ministro del Commercio Internazionale e per le Politiche Europee, Emma Bonino, ha inviato il 7 agosto scorso alla "Voce Repubblicana" la seguente lettera, che pubblichiamo alla ripresa del nostro giornale.

Caro Direttore, ho letto con interesse l'articolo pubblicato sul Suo giornale il 5 agosto scorso, nel quale Vittorio Bertolini, responsabile del Pri di Parma, mi chiede, con tono lievemente polemico, cosa io pensi dell'Agenda di Lisbona.

Le dirò subito che credo che Lisbona abbia una doppia valenza. Quella economica, evidente, punta a creare un ambiente favorevole all'innovazione e alla competitività per giungere all'obiettivo di maggiore crescita e più posti di lavoro. Quella politica, forse meno evidente ma non meno importante, consiste nella nostra capacità di dare ai cittadini europei la percezione che l'Europa non sia solo l'Europa dei vincoli esterni o del "non si può fare". Lisbona può costituire invece l'occasione per dare un'idea in positivo di quello che l'Unione "può fare" per i cittadini.

Per questi motivi l'attuazione della strategia di Lisbona è una delle principali priorità del Governo di cui faccio parte, e l'attività del Ministero per le Politiche Europee in questi primi mesi lo testimonia efficacemente.

Partendo dal Piano per l'innovazione, la crescita e l'occupazione (PICO), predisposto dal precedente Governo sotto la responsabilità dell'allora Ministro La Malfa, stiamo infatti predisponendo, con la collaborazione di tutte le Amministrazioni, il primo Rapporto sullo stato di attuazione della strategia di Lisbona in Italia. Esso verrà redatto sulla base delle valutazioni espresse sul PICO dalla Commissione europea e dal Governo in carica. Si è già tenuta una riunione del Comitato Interministeriale Affari Comunitari Europei (CIACE), che ha deciso le linee politiche generali del Rapporto.

Sul piano tecnico, il lavoro sta procedendo nei tempi previsti, e riteniamo di rispettare la scadenza del 15 ottobre per la presentazione del Rapporto. A tal fine, abbiamo ricevuto una visita della Commissione europea il 17 e il 18 luglio scorsi per una discussione preliminare.

La decisione presa dal CIACE è che non vi sia necessità di mutare la parte strategica del PICO, che individua efficacemente, quanto meno sul piano generale e degli obiettivi, i problemi principali da risolvere per fare dell'Italia un'economia più competitiva. Per restare nell'esempio delle liberalizzazioni, l'idea era già presente nel PICO: il Governo ha iniziato ad attuarla con il DL Bersani su concorrenza e diritti dei consumatori e il DDL Bersani - Bonino sull'energia, e intende come è noto proseguire su questa strada. Peraltro, la delegazione della Commissione europea in missione a Roma ha valutato queste misure come "un primo, incoraggiante segnale della volontà del governo italiano di mettere in atto delle riforme strutturali indicate nella strategia di Lisbona".

Successivamente, vi saranno altri settori nei quali – mantenendo le linee generali – il Governo vorrà adattare gli strumenti alle sue priorità politico - istituzionali: ma questo credo sia perfettamente legittimo e scontato. La riforma della scuola secondaria – il cui progetto era presente nel PICO – è già stata modificata rispetto a quanto era stato previsto.

Credo che questo risponda alla domanda dell'Autore dell'articolo. Non stiamo cercando la discontinuità a tutti i costi, ma invece valorizziamo quanto di buono è stato fatto, adattandolo se necessario ai diversi – e ripeto, legittimi – orientamenti politici. Lisbona non può essere un'agenda partigiana, perché i problemi che affrontiamo non hanno un colore politico: non credo che esistano governi che si oppongono a creare un'economia basata sulla conoscenza e in grado di creare benessere e occupazione.

Con i più saluti più cordiali,

Emma Bonino