Un'analisi del ruolo e dei compiti dei partiti dopo Tangentopoli/Le leggi elettorali e l'avvio del bipolarismo hanno aperto una fase di transizione Alcune proposte per una riforma del sistema L'intervento del vicesegretario regionale della Margherita Franco Laratta sul ruolo dei partiti, pubblicato dal "Quotidiano" mi spinge a qualche considerazione che mi auguro alimenti un dibattito che potrà essere utile alla vita democratica calabrese. Mentre condivido molte delle valutazioni dell'esponente della Margherita ritengo che il titolo "Partiti al capolinea" abbia più un valore di provocazione giornalistica, in quanto non esprime adeguatamente le tesi esposte che portano ad un rilancio del ruolo dei partiti e non alla loro fine. Una tesi che mi sento di condividere con alcuni rilievi: la crisi dei partiti non è nata con l'avvio della legge sull'elezione diretta dei sindaci e dei presidenti di regioni e province ma con l'esaurirsi delle ideologie tradizionali, con la fine del comunismo e la caduta del muro di Berlino; in sostanza da quel processo di sommovimento giudiziario e politico che va sotto il nome di "Tangentopoli" e da cui prese avvio la fase di transizione non ancora terminata. Le nuove leggi elettorali, con il superamento del proporzionale, l'inizio del maggioritario e la nascita del sistema bipolare , sono figli di un'epoca che ha visto la scomparsa dei grandi partiti storici, che avevano caratterizzato dalla Costituente e dall' avvento della Repubblica la vita politica italiana. Dopo quella crisi, pagata peraltro duramente, e dovuta anche all'invecchiamento e all'inosservanza sempre crescente delle loro regole interne (Statuti) e all'inadeguatezza delle norme sul finanziamento pubblico, sostituito arbitrariamente da apporti illegali che portarono all'intervento della magistratura , i partiti stanno, faticosamente, tentando di esercitare nuove funzioni legate al cambiamento del sistema elettorale che ha spostato sugli eletti gran parte dei compiti di rappresentanza politica. Da questo equilibrio dipende il futuro dei partiti, il cui ruolo di proposta, di elaborazione e di controllo dei programmi e di collegamento con le istituzioni e la società, appare sempre più necessario. Infatti molte delle carenze che hanno contraddistinto questa prima fase della vita dei due schieramenti politici derivano, in quello della Casa delle Libertà, dalla prevalenza al suo interno di una concezione legata alla persona del leader e nel centro sinistra, dalla persistenza di posizioni ancora basate su schemi ideologici radicali e movimentisti che rendono impossibile, un programma di governo omogeneo. Sicuramente i partiti come dice Laratta "sono in ritardo nel reinventarsi un ruolo e una funzione e rischiano di apparire inutili"ma in sostanza un nuovo cammino è stato intrapreso. I partiti, infatti, hanno dovuto prendere atto del nuovo sistema elettorale bipolare e dei cambiamenti intervenuti nella società e, sia pure faticosamente, stanno tentando di esercitare nuove funzioni che vanno al di là di quelli legati al semplice ruolo di comitato elettorale; lo stesso dibattito sul partito unico nei due schieramenti, anche se rinviato, ha rappresentato un primo tentativo per superare le vecchie logiche . Contribuisce a questo tentativo la consapevolezza, diffusa in entrambi gli schieramenti, che senza un riformato sistema di partiti la "politica" come momento creativo di rapporti , di difesa dell'interesse generale dei cittadini e di mediazione di interessi reali, finisce per cadere nelle mani di forze estranee alla cultura democratica che tendono ad imporre visioni e interessi particolari e corporativi. L'esperienza di questi anni ha, inoltre, dimostrato che per compiti di carattere generale non basta più l'attivismo delle forze sindacali , delle associazioni di categoria e dei movimenti che, in una certa fase politica, si erano posti come possibili sostituti del ruolo degli stessi partiti. Questo cammino non è facile e si diversifica per ciascuna forza politica e tra gli stessi schieramenti, ma ci sono dei passaggi comuni, necessari per ritrovare un ruolo adeguato alle nuove condizioni In questa direzione, l'abbandono di quelle esperienze che hanno portato alla proliferazione di formazioni personali, una selezione rigorosa delle candidature con un loro collegamento crescente al territorio, la pubblicità dei bilanci e delle spese elettorali, l'adeguamento degli statuti ad una concezione che mitighi il centralismo e garantisca una sufficiente dose di autonomia regionale, l'incompatibilità per la doppia candidatura di rappresentanti di diversi livelli istituzionali (sindaci, consiglieri provinciali, regionali e parlamentari) evitando che la competizione elettorale si restringa a poche persone, possono rappresentare, assieme ad altre misure, alcune delle modifiche per il definitivo rilancio del ruolo dei partiti. Questi ed altri interventi possono far cadere il pregiudizio, ancora diffuso, che tutto ciò che riguarda i partiti sia riconducibile all'affarismo e alla corruzione, rispetto ad una società civile carica solo di virtù. Per legare la discussione alla Calabria e renderla meno teorica, va detto che la sconfitta alle ultime elezioni regionali della Casa delle Libertà, ha le sue radici nei numerosi errori commessi da una gestione personalistica resa possibile, oltre che da un presidenzialsmo esasperato soprattutto dall'assenza di un ruolo di controllo dei partiti. Oggi, dopo l'analisi di quella esperienza, le forze politiche che ancora si riconoscono nella Casa della Libertà, debbono ritrovare con idee e proposte e con la ripresa di un dibattito sui problemi, un ruolo e una funzione di opposizione che, senza una visione complessiva e coordinata, rischia di essere episodica e priva di respiro strategico. Questa è già una maniera concreta per rilanciare il ruolo dei partiti nella Cdl. Il Pri, che in questa fase di transizione ha combattuto una difficile battaglia per mantenere inalterati il proprio nome e il simbolo ( Edera) e difendere una identità legata a valori che vanno al di là degli schieramenti, ritiene di poter dare, ancora, in questa direzione un autonomo contributo. Pino Vita segretario regionale Pri della Calabria da "Il Quotidiano della Calabria" |