Nucara: "I repubblicani vogliono un sistema che produca sviluppo e non una sommatoria di infrastrutture"; La Malfa: "La realizzazione del Ponte dovrà modernizzare la situazione delle due sponde"

Da un'idea futuristica alla concretizzazione di un progetto di respiro europeo

Si è svolto a Villa San Giovanni (Reggio Calabria), il 2 agosto, un incontro fra il segretario del Pri Francesco Nucara, il presidente Giorgio La Malfa, e le direzioni regionali repubblicane della Calabria e della Sicilia. Tema dell'incontro: "Le proposte del Pri per lo sviluppo integrato dell'area dello Stretto".

Il CIPE ha approvato nei giorni scorsi il progetto preliminare del Ponte sulla Stretto, che consentirà l'avvio per il 2003 delle gare per l'affidamento dei lavori di costruzione al "general contractor". L'apertura dei cantieri è prevista per il 2005 e il completamento entro il 2011. Il ponte, lungo circa cinque chilometri, con una campata unica di 3.666 metri che unirà la costa siciliana e calabrese dello Stretto, sarà utilizzato per il traffico ferroviario e stradale. Costo dell'opera 4,6 miliardi di euro.

Il Pri, su iniziativa del segretario nazionale Francesco Nucara, che ha svolto la relazione introduttiva e del presidente La Malfa che è intervenuto nel dibattito, ha tempestivamente riunito le direzioni regionali della Sicilia e della Calabria con i rispettivi segretari regionali Pietro Currò e Vincenzo Mazzei e con la presenza dei rappresentanti elettivi repubblicani nei diversi enti delle due Regioni, per definire un documento di proposte da inviare al presidente del Consiglio, al Ministro Lunardi e all'amministratore delegato del Ponte.

Ha aperto l'incontro il segretario regionale della Calabria, Mazzei, che, dopo il saluto agli ospiti, ha sottolineato come la riunione odierna sia la testimonianza della vitalità politica delle Federazioni calabresi e siciliane del Pri, reduci dai positivi risultati elettorali conseguiti di recente.

Il Presidente della Provincia di Reggio Calabria Pietro Fuda ha rilevato come l'iniziativa dei repubblicani, notevole per l'argomento e la tempestività dimostrata, abbia messo in luce "il ritardo degli amministratori locali rispetto al progetto del Ponte, che è invece partito mentre gli stessi sono ancora fermi". Fuda ha sottolineato che l'iniziativa del Ponte, per la quale vanno predisposti una serie di servizi, è "anche un'occasione di crescita culturale per gli Enti locali che o diventeranno protagonisti o saranno fatalmente trascinati".

Il taglio europeistico della relazione di Nucara ("Il Ponte si realizza anche per una decisione europea e rafforzerà in futuro il collegamento dell'Italia con l'Europa") ha evitato posizioni di tipo campanilistico e ha dato al dibattito un respiro politico che ha consentito di inquadrare i problemi legati al Ponte, che oggettivamente esistono, in una prospettiva di sviluppo.

Il punto preliminare dell'impostazione di Nucara è stata la constatazione che il Ponte sullo stretto sia ormai divenuta un'opera di interesse europeo, tant'è che nel rapporto del Gruppo di alto livello per la rete transeuropea di trasporto, cui partecipano 15 Paesi europei e presieduto da Van Miert, il Ponte viene definito "come caposaldo infrastrutturale per l'Europa". Non può essere, pertanto, un problema affrontato con logiche localistiche. Può diventare invece- secondo Nucara- un problema politico in quanto la Regione e gli Enti locali saranno costretti a subire un'opera che sicuramente altererà la fisionomia del loro territorio; le obiezioni non potranno però riguardare i problemi tecnici, già affrontati ad altissimo livello, ma dovranno restare sul terreno politico: vale a dire sulla valutazione delle iniziative che la Regione e gli Enti locali sapranno assumere con il Governo. Nucara ha poi ricordato come l'idea del Ponte, al di là di progetti futuribili presentati di volta in volta, sia nata invece dalla crisi della siderurgia italiana che, a quei tempi, si pensava potesse essere superata con la costruzione del ponte ed è per questo- ha rilevato Nucara- "che la Fintecna è oggi la maggiore azionista della Società del Ponte sullo Stretto".

Rispetto alla delibera del Cipe tre sono per Nucara gli aspetti da valutare: infrastrutturale, ambientale e finanziario.

Per l'aspetto infrastrutturale è necessario prendere in considerazione due soluzioni: il progetto Ponte e il progetto multimodale, che andrebbero integrati, mentre la costruzione del Ponte isolata potrebbe risultare inutile se non dannosa; è pertanto preferibile un "Sistema dell'area dello Stretto" che dovrà prevedere il rafforzamento dei porti esistenti, dell'aeroporto e dell'autostrada.

E' sulla esigenza dello sviluppo per il Mezzogiorno, oltre che per la Calabria e la Sicilia, che si basa la proposta centrale avanzata da Nucara. "I repubblicani -ha sottolineato- vogliono un sistema che produca sviluppo e non una sommatoria indistinta di infrastrutture e opere che, se pure necessarie, non sono in grado da sole di creare sviluppo e quindi modificare in senso positivo la struttura produttiva del Mezzogiorno".

Per quanto riguarda il problema ambientale Nucara ha ricordato che la Commissione speciale per la valutazione di impatto ambientale del Ministero dell'Ambiente ha espresso parere favorevole sul progetto del Ponte e dei suoi collegamenti. Su questo tema, però, le associazioni ambientalistiche hanno segnalato al Governo, già da febbraio scorso, la non rispondenza della documentazione presentata dalla s.p.a. per il Ponte dello Stretto agli standard europei e nazionali fissati dalle normative sulla Via e sugli appalti pubblici ed ora, dopo l'approvazione del Cipe, si riservano di ricorrere al Tar. Nucara ha sostenuto che le prescrizioni e le raccomandazioni della speciale Commissione ambientale mitigheranno ulteriormente i problemi dell'impatto del ponte e ha sottolineato, invece, che i danni maggiori si potranno avere sul piano paesaggistico, mentre i problemi derivanti dall'inquinamento per il passaggio dei mezzi pesanti, che hanno richiesto la dichiarazione dello stato di calamità per Messina e Villa, potrebbero addirittura migliorare.

Per il terzo aspetto, quello finanziario, il segretario ha evidenziato che l'apporto maggiore in termini di resa economica potrà venire dall'utilizzazione della ferrovia e non dall'attraversamento stradale. Allo stato non ci sono investitori privati disponibili (a meno che non consideriamo investitori privati FF.SS, Anas e Fintecna), per cui per la realizzazione dell'opera sarà necessario ricorrere ai contributi in conto capitale.

Nucara ha concluso sottolineando che " le regioni Sicilia e Calabria dovranno presentare un progetto generale di sviluppo, capace di integrare i problemi delle due sponde" e, pur nutrendo dubbi sull'effettiva volontà delle due Regioni e degli Enti locali interessati di assumere una serie coordinata di proposte e iniziative, ha detto "che i repubblicani faranno sentire su questo terreno la loro voce, perché il Ponte potrà servirci non per rincorrere il Mediterraneo ma per rimanere - come diceva Ugo La Malfa - legati saldamente all'Europa."

Il presidente del partito Giorgio La Malfa ha espresso apprezzamento per l'impostazione politica della relazione di Nucara sul Ponte, ed ha ricordato che i repubblicani hanno avuto, nel corso degli anni, un atteggiamento di grande prudenza sull'opera e sul quadro in cui questa sarebbe stata collocata. La Malfa ha sottolineato come il Pri abbia sempre condizionato il proprio consenso al progetto sullo Stretto alla creazione di un sistema di opere pubbliche posto ai due lati del ponte e capace di modernizzare la situazione delle due sponde, per cui se con il progetto odierno la situazione infrastrutturale della Calabria e Sicilia è stata sbloccata il merito va attribuito al Governo, che è riuscito a trasformare un'idea "futuristica" in un progetto concreto. L'aspetto più rilevante del progetto- ha concluso La Malfa- che ha dedicato gran parte del suo intervento anche all'esame della situazione politica del Paese e alla crescita del partito, è "che il carattere del Ponte non è quella di una isolata opera pubblica ma lo strumento per lo sviluppo dell'intero Mezzogiorno".

La seduta antimeridiana è continuata con l'intervento del vicesindaco di Reggio Calabria Gianni Rizzica che oltre a portare il saluto del sindaco Scopelliti ha rilevato come le amministrazioni debbono avere sull'opera un atteggiamento attivo e aperto e per questo il Comune di R.C. ha insediato un gruppo di lavoro, coordinato dal Rettore dell'università di R.C. e con la partecipazione dei Presidenti degli ordini degli architetti e ingegneri "con il compito di ricominciare a pensare al territorio nell'ottica del Ponte".

Significativo e conciso l'intervento del segretario regionale della Sicilia Pietro Currò che ha sottolineato come ci siano stati quarant'anni disponibili per discutere di tutti gli aspetti del Ponte e "chi aveva qualcosa da dire l'ha detta, senza esitazione e riserve". Non si comprendono, pertanto, per il segretario regionale della Sicilia, le proteste di quei rappresentanti degli Enti locali che si lamentano per non essere stati preventivamente consultatati per la realizzazione del Ponte. "A Messina -ha concluso Currò che è anche assessore alla ricostruzione- ci sono ancora, dopo quasi un secolo, le baracche costruite per il terremoto. Mi auguro che le opere da realizzare per il Ponte riescano ad eliminarle".

L'ultimo intervento della mattinata è stato quello del consigliere regionale del Pri e presidente della commissione per la lotta alla mafia, Enzo Pisano, che ha detto che il Ponte deve essere un'occasione per la realizzazione di una rete infrastrutturale in grado di rafforzare il collegamento dell'Area dello Stretto con le altre zone della Calabria, a partire da quella di Gioia Tauro per finire a Reggio Calabria che - ha ricordato Pisano- il Consiglio regionale ha individuato, con un apposito ordine del giorno, "come città metropolitana", a significare il ruolo essenziale per l'area dello Stretto.

Il primo intervento della seduta pomeridiana è stato quello di Fiorenzo Grollino che ha affrontato in chiave fortemente problematica la stessa realizzazione del Ponte, sottolineando la necessità che questa possa diventare un occasione per garantire alla Calabria condizioni di maggiore sicurezza nel settore ambientale e di sviluppo del turismo. Grollino ha concluso presentando un o.d.g, in cui dopo aver evidenziato che la Sicilia e la Calabria rientrano nel novero delle Regioni che fanno parte dell'Obiettivo 1 "si impegnano gli organismi dirigenti del partito a spingere per la utilizzazione dei fondi strutturali comunitari"

Giovanni Micalizzi, assessore all'ambiente del comune di Villa, e quindi sotto tiro per le iniziative come quella del Campeggio internazionale, organizzato dagli ambientalisti contro il Ponte, ha evidenziato l'azione determinante svolta dal Pri per l'estensione a Villa del decreto per l'emergenza ambientale. "Per il Ponte- ha detto l'assessore - le decisioni sono state prese al di fuori e al disopra di noi, mentre sarebbe stata più opportuna e necessaria una maggiore concertazione con gli organismi locali. Il Comune non è ideologicamente contro il Ponte, ma crediamo che in questo momento si debba parlare meno del Ponte e delle sue caratteristiche tecniche e molto di più del territorio su cui sarà costruito, delle autostrade, delle ferrovie, dei collegamenti via mare , dell'alta velocità , di quell'insieme di opere necessarie a fare decollare lo sviluppo dell'intera area. Sarebbe opportuna- ha concluso- la creazione di un Centro unico- come ha detto il segretario nazionale Nucara nella riunione di Milano- per la realizzazione e il controllo di tutto ciò che gira all'esterno del Ponte".

Dopo l'intervento di Amato (di Messina), di Pino Nicolò e Carmelo Numera, il segretario Nucara ha tratto le conclusioni ribadendo che il Ponte si realizza per una decisione europea e che la legge obiettivo definisce un quadro legislativo cui attenersi e non un quadro politico da mettere in discussione. Nucara ha inoltre rilevato che la Commissione Via ha dettato sul progetto alcune condizioni che miglioreranno l'impatto ambientale, mentre altre sono state avanzate ai fini della cantierizzazione. " Non avventuriamoci in valutazioni tecniche - ha concluso il segretario - il problema è politico e riguarda la volontà e la capacità delle Regioni Sicilia e Calabria e degli enti locali interessati di aprire un discorso e un confronto con il governo. Per quanto riguarda i repubblicani, dopo la riunione odierna, siamo più preparati a fare sentire la nostra voce."

Pino Vita